Come capire la vera fame da quella falsa (ascoltare lo stomaco e non la gola)
Sapresti dirmi con certezza quante volte hai veramente fame? Potrebbe sorprenderti sapere che, nella maggiorparte dei casi, quella che ti fa venire l'acquolina in bocca in realtà non sia un vero istinto di nutrimento. Vediamo come funziona.
La differenza tra fame e gola
Hai mai fatto caso, passando di fronte ad una pizzeria o ad una pasticceria, a quanto ti venga voglia di mangiare? È un'esperienza che accomuna tutti quanti. Ma quanto è autentica quella fame?
Scommetto anche che ti sarà capitato moltissime volte di andare in cucina, aprire le ante della dispensa, rovistare un po' alla rinfusa, in cerca di qualcosa da mangiare al volo. Per non parlare delle volte in cui sei entrato in un fornaio per comprarti qualcosa di sfizioso da mangiare al volo.
In entrambi i casi siamo di fronti a degli episodi di appetito improvviso, dato che parlare di fame sarebbe inappropriato, anche da un punto di vista linguistico.
Per fame, infatti, s'intende l'impulso fisiologico dell'organismo a cibarsi.
Il corpo, nel momento in cui le energie scarseggiano, attiva una serie di meccanismi biologici che ci spingono a mangiare. È un fenomeno primordiale, che affonda le radici nei nostri istinti animali.
La cibazione, nel caso di vera fame, è quella più corretta e soddisfacente: nel momento opportuno si svolge il pasto e si raggiunge la sazietà. Questa condizione induce un profondo senso di soddisfazione, placando la sensazione famelica che provavi quando avevi lo stomaco vuoto.
Gli appetiti di cui parlavo poco fa, invece, seguono una logica differente. Benché si tenda a generalizzare, si tratta di una sensazione di fame falsa, di natura differente da quella autentica.
Potremmo dire che, quando soddisfiamo i languorini o le voglie improvvise, in realtà stiamo assecondando un capriccio psicologico che si rifa al peccato di gola. Detta semplicemente alletiamo il nostro subconscio goloso.
Lo sgarro è umano, la cattiva abitudine alimentare diabolica
Così su due piedi penserai 'ma sì, tutti quanti abbiamo delle voglie ogni tanto, non c'è nulla di male'. Purtroppo devo dissentire, soprattutto stando alle statistiche, che parlano di un aumento preoccupante dei casi di obesità a livello globale.
Esiste una correlazione diretta tra sovrappeso e cattive abitudini alimentari. Questi episodi di falsa fame rientrano proprio in quei vizi che, quando diventano frequenti, possono comportare dei seri rischi per la salute.
In genere, infatti, gli sgarri e le voglie sono spesso legati a quello che viene anche definito cibo spazzatura. Questi alimenti sono invitanti, saporiti, saturi di zuccheri, oppure fritti ed eccessivamente salati. Una volta assaggiati il tuo palato rimane folgorato dall'intensità dell'esperienza gustatitiva a cui viene sottoposto.
La tua mente, in seguito, intercetterà molto rapidamente qualsiasi elemento che la faccia tornare a quel piacere gustativo, così rapido e soddisfacente. Il problema viene a crearsi nel momento in cui cominci a sottovalutare la cosa, senza chiederti cosa comporti l'assunzione di quegli alimenti, assecondando ogni volta le tue voglie.
Viene a crearsi un circolo vizioso, con cui si soddisfa immediatamente la voglia ma non si smette di sentirsi affamati. Questo perché la mente è il vero pozzo senza fondo incapace di saziarsi, poiché ricerca costantemente il piacere.
La vera fame, quando sopraggiunge, è una sensazione piacevole, confortevole. La falsa fame, al contrario, ti fa sentire a disagio, poiché dentro di te sai perfettamente che non stai soddisfacendo un bisogno fisiologico, bensì una voglia.
L'importanza di riappropriarsi del concetto di fame
Il problema è conclamato: troppe persone hanno perso di vista il vero significato della fame. Non solo: sembra stia venendo sempre meno una precisa conoscenza di sé stessi e delle proprie esigenze nutrizionali.
In molti, a furia di assecondare la propria gola, non sono più in grado di capire quando abbiano effettivamente fame. Dipendenti dai cibi malsani, che soddisfano immediatamente il palato, finiscono per aggravare il loro stato di salute.
Il cambiamento è difficile, ma non impossibile. Il primo passo consiste nel riuscire ad interpretare meglio il proprio corpo. Lo stomaco, se ascoltato, comunica con puntualità quando è vuoto e necessita di essere riempito. E per riempito intendo saziato, non imbottito fino a scoppiare.
Il limite di sazietà non coincide con quello che la tua mente si ritaglia nel momento in cui vede un piatto, così pieno di pietanze da strabordare. La soglia ideale è quella di un cibarsi che non porti a scoppiare, ma che lasci sempre un po' di spazio.
Il secondo passo è quello di prendere le distanze da tutto il cibo spazzatura. Devi riuscire a tenere a bada la gola, perché, assecondandola, ti ritroveresti sovrappeso e con le arterie pericolosamente intasate.
Tutto il cibo processato è sovrabbondante, esagerato nel sapore quanto sballato nei valori nutrizionali. Viene sottoposto a cotture nocive, come la frittura, tali da disperdere tutte le sostanze utili per l'organismo, come le fibre e le vitamine.
Ti consiglio, invece, di riscoprire i sapori autentici, quelli che solo un alimento biologico e nutriente può darti. Non è necessario friggere per poter godere di sapori unici: il cibo di qualità è buono già crudo. La crudità, oltretutto, mantiene inalterate tutte le proprietà nutritive che giovano alla tua salute.
Ciò che in pochi sanno è che il cibo crudo sazia molto di più rispetto a quello cotto: questo avviene perché non subisce alcun trattamento che ne disperda le sostanze.
Una volta identificati i due step essenziali non devi far altro che applicarti con costanza. Vedrai che comincerai a capire che, mangiando cibo di qualità quando il tuo fisico richiede energie, sarai in grado di saziarti meglio e in maggior quantità. Dimenticherai la sensazione di fame falsa e nervosa, quella che ti rende schiavo di tutti quegli spuntini che, morso dopo morso, minacciano la tua salute.
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